Figure retoriche classe 3 B

 In Lettere

FIGURE RETORICHE

 

  1. Figure del significante o di suono” (agiscono sull’aspetto fonico della parola)

 

RIMA. Identità di suono a partire dalla vocale tonica

ASSONANZA. Identità delle soli vocali dalla vocale tonica in poi

CONSONANZA. Identità delle sole consonanti dalla vocale tonica in poi

ONOMATOPEA. Parola o segno creato su imitazione di un suono naturale (din don di campane; tintinnio)

ALLITTERAZIONE. Figura molto usata in poesia che ripete gli stessi fonemi in più parole o frasi; l’effetto può amplificare i significati, per es. sottolineando i rapporti tra parole o concetti (Il tuo trillo sembra la brina / che sgrigiola, il vetro che incrina, Pascoli), creando effetti di FONOSIMBOLISMO

OMOTELEUTO. Uguaglianza fonica delle terminazioni di due o più parole poste in posizione simmetrica, usata soprattutto in latino (vivamus atque amemus)

 

 

  1. Figure di parola o dell’ordine o di sintassi” (agiscono sulla sintassi, cioè sulla organizzazione della frase)

 

CHIASMO (“dispongo a forma di X greca”). Elementi che si richiamano tra loro con disposizione incrociata, A B – B1 A1, di solito indicando opposizione (le donne, i cavalier, l’arme, gli amori; splende nel sole/nella notte splende, S. Aleramo)

PARALLELISMO. Come sopra, ma con disposizione parallela, A B – A1 B1, di solito indicando somiglianza (profonde come le radici terrene, nette come i cristalli del monte, D’Annunzio)

ZEUGMA. Far dipendere da un solo verbo più termini che richiederebbero verbi diversi (Parlar e lacrimar vedrai insieme, Dante).

ANACOLUTO. Rottura della regolarità sintattica di una frase (Lei sa che noi monache ci piace di sentir le storie per minuto, Manzoni).

IPERBATO. Avviene quando un segmento di un enunciato viene interposto tra due che costituiscono un sintagma e che dovrebbero stare uniti con l’effetto di dargli maggior rilievo (ergersi il mandorlo e il melo/parevano a meglio vederla, Pascoli).

ANASTROFE. Inversione dell’ordine abituale di due parole o sintagmi successiva (all’opre femminili intenta sedevi, Leopardi)

POLIPTOTO. Figura sintattica della ripetizione per la quale una stesa parola è usata a breve distanza in funzioni sintattiche diverse (amare, amai), quindi stessa parola con forme differenti.

FIGURA ETIMOLOGICA. Uso di parole differenti che hanno la stessa origine (vivere la vita).

ANAFORA. Ripetizione di una o più parole all’inizio del verso o all’inizio di segmenti di discorso.

EPIFORA. Ripetizione in fin di verso

PARONOMASIA. Accostamento di due parole con un’analoga sonorità (recidere forbice)

BISTICCIO. Gioco di parole ottenuto attraverso l’accostamento di termini foneticamente affini ma di diverso significato (l’aura oro : aurora; lauro : Laura)

CLIMAX e ANTICLIMAX. Elenco di termini in aumento/diminuzione di intensità

ENDIADI. Uso di espressioni coordinate al posto di un’espressione (nella strada e nella polvere invece di nella strada polverosa)

ENALLAGE. Scambio di una parte del discorso (di solito tempi verbali) con un’altra (domani parto)

IPALLAGE. Riferisce un aggettivo, che logicamente andrebbe legato a un certo sostantivo, a un altro vicino (cammino con i piedi timorosi; di foglie un cader fragile)

ELLISSI. Sottintendere uno o più elementi della frase (ed elli [il verbo disse manca] a me)

DITTOLOGIA. Coppia di due elementi, sinonimici o quasi, di norma collegati dalla cong. e, frequente in Petrarca (solo e pensoso; a passi tardi e lenti; ma anche occhi tuoi ridenti e fuggitivi di Leopardi)

 

 

  1. Figure di significato o di traslato” (che agiscono sul significato, implicano un trasferimento di significato accostando o sostituendo in modo imprevedibile una parola con un’altra)

 

SIMILITUDINE o PARAGONE

METAFORA. Tradizionalmente, similitudine accorciata (capelli d’oro = biondi come l’oro). Si opera uno spostamento di significato (vd. metonimia e sineddoche) e il rapporto tra i due termini è esterno (appartengono a campi semantici diversi).

METONIMIA. Figura di trasferimento semantico fondata sulla relazione di contiguità logica e/o materiale tra il termine letterale e quello traslato. Il rapporto è sintagmatico, intrinseco. La contiguità può essere: 1) la causa per l’effetto (negli orecchi mi percosse un duolo = lamenti causati dal dolore); 2) l’effetto per la causa (le sudate carte = gli studi impegnativi che fanno sudare sui libri); 3) la materia per l’ogg. (ferro per spada); 4) il contenente per il contenuto (bere un bicchiere); 5) l’astratto per il concreto (sfuggire all’inseguimento); 6) il concreto per l’astratto (avere del fegato = coraggio); 7) l’autore per l’opera (ho comprato un Raffaello); 8) l’astratto per il concreto (l’umanità = gli uomini).

SINEDDOCHE. Come la metonimia è figura di trasferimento semantico, ma, mentre nell’altra il rapporto è di contiguità di vario tipo, qui è solo di maggior o minor estensione: 1) la parte per il tutto (vela per nave, tetto per casa); 2) parola di significato + ampio per una di ambito + ristretto (macchina per auto); 3) la specie per il genere (mortali per uomini); 4) sing. per il pl. e il contrario.

SINESTESIA. Forma di metafora in cui si associano termini appartenenti a sfere sensoriali diverse (fredde luci; voci di tenebra azzurra di Pascoli).

IPERBOLE. Uso di parole o espressioni esagerate per esprimere un concetto oltre i limiti del verosimile (è un secolo che non ti vedo; dammi mille baci).

ANTONOMASIA. Usare il nome proprio al posto del comune e viceversa (tuo figlio è un Einstein; il Poeta per intendere Dante).

 

 

  1. Figure di pensiero (agiscono non sul valore o significato delle parole ma direttamente sul rapporto che parole e frasi intrattengono con la realtà; riguardano cioè l’organizzazione concettuale del testo)

 

ANTITESI (o CONTRAPPOSIZIONE): accostamento di idee, termini e concetti di senso opposto (temo e spero, e ardo e son un ghiaccio, Petr.)

OSSIMORO. Forma sintetica di antitesi in cui si accostano nella stessa espressione-sintagma (spesso nella coppia sostantivo-attributo) parole di senso opposto (sono giunto alla calma disperazione, Caproni).

LITOTE. Affermazione di un concetto negando l’opposto (Don Abbondio non era nato con un cuor di leone; non mi sei indifferente).

PERSONIFICAZIONE (o PROSOPOPEA). Raffigurazione di animali cose o entità astratte come fossero persone

ALLEGORIA. Si parla di qualcosa per significarne un’altra. Sembra assomigliare alla metafora, ma nell’a. si rimanda sempre a concetti, entità astratti, ed è estesa a un pensiero intero (ho sempre pensato che tutte le altre tempeste Milone dovesse affrontarle solo tra i flutti ben noti delle assemblee popolari, Cicerone)

EUFEMISMO. Esprimere in modo allusivo una realtà spiacevole o funesta (è passato a miglior vita)

RETICENZA. Interruzione intenzionale di una frase che lascia al lettore il compito di completare (La sventurata rispose)

HYSTERON PROTERON. Metter prima ciò che viene dopo (moriamo e gettiamoci in mezzo alle armi, Eneide II 353)

IRONIA (o ANTIFRASI). Esprimere un concetto attraverso il suo opposto (Ai tempi in cui accaddero i fatti che prendiamo a raccontare, quel borgo, già considerabile, era anche un castello, e aveva perciò l’onore d’alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una stabile guarnigione di soldati spagnoli, che insegnavan la modestia alle fanciulle e alle donne del paese, accarezzavan di tempo in tempo le spalle a qualche marito, a qualche padre, Manzoni)

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